Quanto-consuma-laria-condizionata-dellauto_1

Aria condizionata auto: quanto consuma davvero?

5 min per leggereConducenti
L’aria condizionata in auto fa consumare di più? Ecco dati, consigli e miti da sfatare sul suo utilizzo.
Condividi questo

L’impatto del climatizzatore sui consumi dell’auto

L’aria condizionata dell’auto è un dispositivo utile e molto apprezzato, ma è necessario utilizzarla nel modo corretto, trattandosi di un sistema che incide sui consumi energetici della vettura. Non è raro, infatti, riscontrare, in base al tipo di motorizzazione e alle condizioni esterne, un calo di potenza durante la marcia, con il successivo rallentamento del veicolo, segnale che l’utilizzo dell’aria condizionata sta compromettendo le prestazioni del motore. Ecco alcuni consigli utili per usare il climatizzatore dell’auto in maniera ottimale.

Come funziona l’aria condizionata dell’auto

La maggior parte delle automobili è equipaggiata con un impianto di climatizzazione in grado non solo di raffreddare, ma anche di riscaldare l’abitacolo, modulando la temperatura interna dell’abitacolo a seconda delle esigenze stagionali. Si tratta di un meccanismo relativamente semplice, che utilizza un compressore azionato dal motore per mantenere freddo il gas liquido, diminuendo la temperatura dell’aria esterna introdotta nel circuito. Dopodiché l’aria viene condensata, filtrata e, infine, vaporizzata nell’abitacolo, ottenendo condizioni in linea con i valori impostati. Dalla qualità del compressore, che comprime il gas refrigerante vaporizzato, dipende direttamente il dispendio energetico prodotto dal climatizzatore. Tramite un sistema a pistoni con cilindrata variabile, infatti, il dispositivo è in grado di prendere dal propulsore soltanto la potenza necessaria al funzionamento dell’impianto, in maniera del tutto proporzionale. A parità di utilizzo, quindi, un sistema più efficiente per l’aria condizionata dell’auto consuma benzina in modo minore; perciò, è un aspetto da valutare sempre durante la scelta del veicolo da noleggiare o acquistare.

Quanto consuma davvero il climatizzatore

Quando il climatizzatore è attivo, il motore del veicolo deve generare una maggiore quantità di energia per mantenere in funzione l’impianto di raffreddamento. In media, l’aria condizionata assorbe una potenza supplementare di circa 2-3 kW, variabile in base all’efficienza del compressore e alla temperatura impostata. Questo comporta una riduzione della potenza disponibile per la trazione, con un possibile rallentamento del veicolo durante la marcia.

Per compensare questa perdita, il conducente tende ad accelerare di più, il che porta a un incremento dei consumi di carburante. In condizioni standard, ciò può tradursi in un aumento medio dei consumi fino al 10%, equivalente a una spesa aggiuntiva di circa 10 euro ogni 100 euro di carburante (fonte: test comparativi su consumi reali, ACI e ADAC).

Anche altri dispositivi a bordo possono incidere marginalmente sull’assorbimento energetico — come lo stereo, il navigatore o i gruppi ottici — ma l’aria condizionata è tra i sistemi più energivori. L’impatto complessivo, tuttavia, dipende da numerosi fattori: cilindrata del motore, condizioni climatiche, dimensioni dell’abitacolo, carico del veicolo e utilizzo simultaneo di più dispositivi.

Come risparmiare usando l’aria condizionata in auto

Non bisogna accendere il dispositivo per brevi tragitti inferiori ai 10 minuti, oppure attivare immediatamente il climatizzatore al massimo, poiché ciò richiede un elevato sforzo da parte del propulsore. Allo stesso modo è bene evitare una differenza termica eccessiva tra l’abitacolo e l’ambiente esterno. Al contrario, invece, è necessario usare l’aria condizionata dell’auto con parsimonia, accenderla al minimo o su valori medi e ridurre la temperatura gradualmente, cercando comunque di evitare di regolare la potenza al massimo. Infine, è fondamentale occuparsi regolarmente della manutenzione dell’impianto, ricaricando il gas refrigerante, pulendo i filtri e verificando l’integrità del sistema elettrico almeno ogni 2 anni, soprattutto prima del periodo estivo. Una temperatura ideale è compresa tra i 20 e i 24 gradi, mentre è consigliabile non creare un gap termico con l’esterno superiore ai 6-7°C.

Finestrini aperti o aria condizionata?

Molti automobilisti si chiedono quale sia la soluzione migliore per contenere i consumi, se guidare con i finestrini leggermente abbassati oppure attivare il climatizzatore dell’auto. In realtà non esiste una risposta univoca, diversi studi hanno dimostrato che bisogna valutare ogni situazione singolarmente, Dato che fattori come: umidità esterna; condizioni del traffico; velocità di andatura; e temperatura ambientale; sono sempre incidenti anche sui consumi energetici della macchina. In generale, con motorizzazioni endotermiche alle basse velocità, cioè fino a 50-60 Km/h, è consigliabile viaggiare con i finestrini aperti, evitando però di lasciare il braccio fuori dal finestrino poiché si crea un maggiore attrito con l’aria. Invece, sulle strade extraurbane e in autostrada, quando è possibile mantenere velocità elevate e costanti per lunghi tratti, è opportuno chiudere i vetri per migliorare l’aerodinamica e accendere l’aria condizionata dell’auto al minimo.

Manutenzione e buon funzionamento dell’impianto

Ricarica gas e pulizia filtri

La ricarica del gas refrigerante e la pulizia dei filtri rappresentano le operazioni fondamentali per garantire il corretto funzionamento del climatizzatore, poiché un livello insufficiente di refrigerante riduce drasticamente l’efficienza dello scambio termico e può portare a sforzi eccessivi del compressore. In primo luogo, occorre rivolgersi a un centro specializzato per verificare la carica del gas e sostituire eventuali componenti usurati, utilizzando refrigeranti di ultima generazione a basso impatto ambientale e conformi alle normative vigenti. Parallelamente, il filtro abitacolo deve essere ispezionato e, se necessario, sostituito almeno una volta l’anno o dopo 15 000 km. La manutenzione serva a evitare la proliferazione di batteri, cattivi odori ed eventualmente l’ostruzione del passaggio dell’aria, fattori che aumentano il consumo energetico. L’uso di filtri antipolvere e antipolline di qualità superiore contribuisce a preservare la salubrità dell’aria, riducendo l’intasamento del circuito e migliorando le prestazioni generali del sistema. Un impianto pulito e ben carico, infine, funziona in maniera più silenziosa e uniforme, evitando sbalzi di temperatura e garantendo un comfort costante durante tutto il viaggio.

Frequenza consigliata per i controlli

Il consiglio è quello di programmare almeno un controllo completo ogni 12 mesi o ogni 15-20 000 km, a seconda delle indicazioni del costruttore del veicolo. Durante questa manutenzione periodica, è importante verificare lo stato delle tubazioni per individuare eventuali perdite di gas, testare la pressione all’interno del circuito e controllare l’efficienza del compressore attraverso prove di carico specifiche. Allo stesso tempo, il controllo delle cinghie di trasmissione e delle guarnizioni permette di prevenire usure che potrebbero compromettere il rendimento complessivo dell’impianto, mentre l’ispezione del livello dell’olio garantisce la lubrificazione corretta dei componenti meccanici. In presenza di anomalie — come rumori anomali, odori insoliti o una resa termica inferiore alle aspettative — è opportuno anticipare ulteriori interventi mirati, riducendo così i tempi di fermo e gli eventuali costi di riparazione straordinaria.

Condividi questo
Pubblicato il 7 luglio 2025
7 luglio 2025
Condividi questo

Articoli correlati

Modelli auto
Grande Panda: interni, dimensioni e scheda tecnica 04 giugno - 3 min per leggere
Modelli auto
Peugeot 3008: dimensioni, motorizzazione e bagagliaio24 aprile - 5 min per leggere
Modelli auto
Top 5 SUV per Neopatentati del 2024  29 novembre 2024 - 7 min per leggere