
Multa per aria condizionata in auto: cosa dice la legge
Motore acceso e auto ferma? L’aria condizionata può costarti caro. Ecco cosa sapere per evitare la multa.
Normativa, importi e differenze tra sosta e fermata
Cosa sapere sulle multe per l'uso dell'aria condizionata in auto
Il climatizzatore dell’auto permette di viaggiare in estate usufruendo di un gradevole fresco all’interno dell’abitacolo; tuttavia, bisogna prestare attenzione perché in alcune circostanze si rischiano pesanti sanzioni. Ecco quando scatta la multa per l’aria condizionata in auto secondo le norme del Codice della Strada.
Cosa dice il Codice della Strada
Il Codice della Strada stabilisce chiaramente che durante la sosta, l’autista deve spegnere il motore e ogni dispositivo collegato a esso, compreso il climatizzatore, per evitare emissioni inutili e inquinamento urbano. L’articolo di riferimento disciplina le modalità di interruzione della marcia e definisce le fattispecie per l’applicazione delle sanzioni, specificando anche eventuali supplementi per mancato rispetto delle norme ambientali. Le disposizioni riguardano tutti i veicoli a motore e sono state aggiornate nel 2022 per adeguarsi alle politiche comunitarie sulla riduzione delle emissioni.
Articolo 157: il divieto in sosta
L’articolo 157 del Codice della Strada obbliga a spegnere l’aria condizionata se la vettura è ferma e in sosta. In particolare, è vietato lasciare il motore acceso soltanto per far funzionare l’aria condizionata, ad esempio durante l’attesa di un passeggero. In queste circostanze bisogna spegnere l’automobile e l’aria condizionata, anche se il caldo all’esterno è opprimente a causa di un’ondata di calore. Lasciare la macchina accesa soltanto per mantenerla climatizzata provoca un danno ambientale considerevole, con livelli emissivi significativi che contribuiscono a peggiorare l’inquinamento atmosferico in città.
Differenza tra fermata e sosta
Sempre nell’articolo 157 viene prevista la multa soltanto in caso di sosta del veicolo, qualora si lasci il motore acceso appena per mantenere l’abitacolo climatizzato. In questo caso bisogna distinguere la sosta dalla fermata e dall’arresto della vettura, poiché soltanto nel primo caso viene applicata la sanzione amministrativa. La sosta è una fermata prolungata dell’auto, una condizione che implica una sospensione della marcia di lunga durata e la possibilità per il conducente di allontanarsi dal veicolo.
L’arresto invece è l’interruzione della marcia provocata dai semafori o dal traffico, situazioni che ovviamente non richiedono lo spegnimento dell’aria condizionata. Lo stesso avviene in caso di fermata del veicolo, ovvero una sosta di durata molto breve consentita anche in zone in cui è vietata la sosta vera e propria. Si tratta ad esempio della fermata momentanea per far scendere o salire dei passeggeri, una circostanza che permette di lasciare l’aria condizionata accesa senza il rischio di incorrere in una multa.
Importi della multa e aggiornamenti 2025
Il divieto all’uso dell’aria condizionata in macchina quando l’auto è in sosta non è una novità. Questa norma del Codice della Strada esiste fin dal 2007, dopodiché è stata modificata nel 2010 e successivamente sono stati aggiornati i valori delle multe in caso di infrazione, prima del 2014 e infine ad aprile 2022. Oggi l’importo della multa per l’aria condizionata in auto, se il veicolo è in sosta e a bordo strada, può andare da un minimo di 223 euro fino a un massimo di 444 euro. L’inasprimento della multa era stato proposto da molto tempo, tuttavia era stato posticipato per diversi anni prima di entrare effettivamente in vigore. Si tratta di un chiaro segnale a dimostrazione di come la sostenibilità ambientale e la lotta alle emissioni di gas serra siano diventate ormai una priorità, pur con tutte le difficoltà geopolitiche contemporanee.
Sanzioni da 223 a 444 euro
Le sanzioni previste per mantenere l’aria condizionata accesa in sosta rappresentano un deterrente studiato per contrastare l’inquinamento eccessivo nelle aree urbane. Il minimo di 223 euro viene applicato alla prima violazione senza aggravanti, mentre il massimo di 444 euro è riservato ai casi in cui il veicolo sia parcheggiato in aree particolarmente sensibili dal punto di vista ambientale oppure se il conducente risulta recidivo entro due anni. L’eventuale decurtazione di punti dalla patente non è prevista per questa specifica infrazione, ma, entro i termini stabiliti, il mancato pagamento della multa può comportare l’applicazione di interessi di mora e maggiorazioni fino al 30%. È importante segnalare che in alcune città metropolitane si aggiungono bollini o tariffe amministrative supplementari per finanziare i programmi di monitoraggio delle emissioni.
Motivazioni ambientali e controllo dei consumi
Il divieto di utilizzare l’aria condizionata in sosta nasce dall’esigenza di ridurre il rilascio di CO₂ e di altri gas inquinanti, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria nelle zone urbane più critiche. Ogni litro di benzina bruciato per alimentare il compressore dell’impianto produce, infatti, emissioni aggiuntive che si sommano, generando un impatto significativo, soprattutto se moltiplicate per migliaia di veicoli fermi durante la giornata. Limitare questi consumi favorisce una maggiore efficienza energetica complessiva e incentiva gli automobilisti a adottare comportamenti più sostenibili, come spegnere il motore in attesa o scegliere veicoli con tecnologie a basse emissioni. Inoltre, il rispetto di queste norme agevola il raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari di decarbonizzazione e supporta le politiche di transizione verso flotte sempre più elettrificate.
Esempi e casi concreti
Nei centri storici delle grandi città italiane, dove il traffico è costante e le temperature estive superano spesso i 30 °C, sono emerse diverse situazioni emblematiche di sanzioni elevate per climatizzatore acceso in sosta. In un caso documentato, un veicolo commerciale è stato multato tre volte in una settimana perché lasciato acceso per mantenere il vano carico refrigerato, con una spesa complessiva che ha superato i 1000 euro. Analogamente,** alcuni tassisti hanno ricevuto multe dopo aver atteso passeggeri all’interno di ZTL** durante eventi culturali, ignorando il divieto. Al contrario, in piccole località turistiche costiere gli agenti hanno adottato un approccio più flessibile durante ondate di calore eccezionale, applicando criteri di buonsenso. Questi esempi dimostrano come la severità delle sanzioni possa variare in base al contesto urbano e alla discrezionalità degli operatori, sottolineando comunque l’importanza di informarsi preventivamente sulle regole locali.
Attesa di passeggeri
Aspettare passeggeri con l’aria condizionata accesa può diventare costoso se il veicolo è fermo in sosta vietata. Tassi di multa elevati colpiscono soprattutto chi fa servizio NCC e taxi in aree a traffico limitato, dove il divieto di sosta è stringente. Per evitare sanzioni, è consigliabile spostarsi di pochi metri al termine di ogni corsa o utilizzare parcheggi autorizzati, anche a pagamento, che consentono di mantenere il comfort senza rischiare multe. In alternativa, l’uso di applicazioni che geolocalizzano le aree di stazionamento regolamentare può ridurre ritardi e costi imprevisti. La gestione intelligente dell’attesa, combinata con una rapida rotazione dei punti di sosta, permette di coniugare efficienza del servizio e rispetto delle norme.
Situazioni più a rischio nei centri urbani
Nel cuore delle città metropolitane, le zone a traffico limitato (ZTL), i centri storici e i quartieri residenziali ad alta presenza di scuole e ospedali sono particolarmente monitorati tramite sistemi di videosorveglianza e controlli a campione. In questi ambiti, anche soste brevi possono essere sanzionate se il veicolo rimane con motore acceso, mentre la presenza di varchi elettronici contribuisce a registrare le infrazioni in tempo reale. Gli automobilisti che ignorano i divieti rischiano non solo la multa, ma anche multe accessorie per violazione della ZTL. Pianificare percorsi alternativi o utilizzare soluzioni di sharing mobility si rivela, quindi, la scelta più conveniente per evitare spiacevoli sorprese.
Cosa succede con le auto elettriche
Nessuna emissione = nessuna multa
Il Codice della Strada vieta l’uso dell’aria condizionata quando l’auto è in sosta a causa delle emissioni di CO2, problema che non esiste per chi guida un’auto elettrica a noleggio o di proprietà. Trattandosi di vetture che non producono gas serra, in quanto non avviene nessun tipo di combustione, la legge non sanziona le macchine elettriche in sosta con l’aria condizionata in funzione. Il divieto interessa soltanto le automobili endotermiche, quindi i veicoli a benzina, diesel, GPL e metano.
Vantaggi della climatizzazione gestita da remoto
Come prassi ormai, molte vetture elettriche offrono la possibilità di azionare il climatizzatore dell’auto a distanza tramite app per smartphone, in questo modo è possibile trovare l’abitacolo già fresco quando si sale a bordo, usufruendo di un comfort ottimale fin dal primo istante. Naturalmente non bisogna abusare di questo vantaggio, infatti lasciare l’auto elettrica in sosta con l’aria condizionata attiva riduce l’autonomia della EV e ne peggiora l’efficienza energetica. Inoltre, nonostante non vengano prodotte emissioni dirette, bisogna considerare quelle generate per produrre l’elettricità necessaria per la ricarica dell’auto elettrica. Ad ogni modo, la multa per l’aria condizionata accesa nelle auto in sosta è un ulteriore svantaggio delle endotermiche e rende sempre più evidenti e numerosi i vantaggi di passare all’elettrico.
Come evitare la multa e rispettare l’ambiente
Per conciliare comfort e rispetto delle regole, è fondamentale adottare comportamenti proattivi durante le soste prolungate e utilizzare l’aria condizionata con moderazione.
Spegnere l’auto in sosta prolungata
Spegnere il motore ogni volta che si prevede di fermarsi per più di pochi minuti è la prima regola da seguire, evitando inutili sprechi di carburante e il rischio di multe.
Utilizzare il climatizzatore con buon senso
Quando si riprende la marcia, è consigliabile avviare il climatizzatore a velocità ridotta e regolare la temperatura gradualmente, in modo da limitare l’assorbimento di potenza. In alternativa, conviene ricorrere a sistemi paralleli di ventilazione passiva, come l’apertura dei finestrini durante la fermata breve, mantenendo l’abitacolo arieggiato. Un piano di risparmio energetico e un utilizzo rispettoso permettono non solo di prevenire sanzioni, ma anche di contribuire concretamente alla riduzione dell’impatto ambientale urbano.
Le multe per l’aria condizionata con l’auto in sosta negli altri paesi
L’Italia non è l’unico paese a prevedere multe per contrastare le emissioni di CO2 delle auto, ad esempio in caso di funzionamento dell’aria condizionata quando la macchina è in sosta. Molte città europee hanno introdotto misure simili per contrastare l’inquinamento nelle zone urbane dovuto al traffico veicolare, con l’obiettivo di penalizzare i comportamenti meno virtuosi. In molti Paesi europei esistono normative simili a quella italiana per vietare l’uso dell’aria condizionata in sosta. Secondo quanto riportato da diversi media locali e fonti istituzionali, a Madrid la sanzione può arrivare a 100 euro, mentre a Londra si attesta intorno alle 20 sterline (circa 22 euro). Questi importi, seppur variabili, riflettono la crescente attenzione verso la riduzione delle emissioni urbane anche all’estero.