
Classificazione Euro auto: tabella aggiornata
Euro 1, 2, 3, 4, 5 o 6? Scopri cosa significano le classi ambientali e come verificare la tua auto.
Cosa sono le classi ambientali Euro e perché sono importanti
Tabella delle classi ambientali
Le categorie Euro dei veicoli indicano i livelli emissivi delle vetture, una caratteristica fondamentale per l’acquisto e il noleggio di macchine ecologiche ed efficienti. Vediamo come funziona la classificazione Euro degli autoveicoli e come verificare la classe ambientale di un’auto.
Cosa sono le classi ambientali Euro delle auto
Tutti i veicoli sono valutati in base alle emissioni di gas climalteranti, in particolare: anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM). A seconda del risultato ottenuto, se le nuove automobili rispettano i limiti stabiliti dalle normative europee vengono omologate, quindi, possono essere immatricolate e immesse sul mercato. Le classi Euro delle auto suddividono i veicoli in base alle emissioni, obbligando i costruttori a produrre autovetture sempre più sostenibili grazie a norme più severe e restrittive. Questi standard prevedono quindi diverse categorie ambientali per i veicoli, in base alle quali la politica, i privati e le aziende possono definire le proprie strategie di sostenibilità.
Come verificare la classe Euro della propria auto
È fondamentale verificare la classificazione euro di un’auto, per essere certi di scegliere un modello adeguato alle ultime norme ambientali ed evitare limitazioni alla circolazione stradale. In molte città italiane ed europee, infatti, si stanno introducendo restrizioni sempre più rigide alla circolazione dei veicoli più inquinanti, favorendo la scelta di auto elettriche, vetture ibride e macchine endotermiche a basso impatto ambientale.
Le categorie ambientali europee partono dalla classe Euro 0 ed Euro 1, fino ad arrivare a quelle più ecologiche Euro 6A, B, C 6d e 6D-Temp, in attesa dell’introduzione del nuovo standard Euro 7 previsto per il 2025. Per conoscere la classe ambientale del proprio veicolo esistono varie modalità, tra cui scegliere in base alle proprie esigenze.
Dal libretto di circolazione
La prima opzione è controllare la classificazione Euro dell’auto dal libretto. La sigla, infatti, viene riportata all’interno del documento dell’autovettura; perciò, è possibile capire rapidamente come è stata omologata la propria vettura effettuando un semplice controllo della carta di circolazione o del nuovo DU, il documento unico di circolazione e di proprietà.
Dal Portale dell’Automobilista
Altrimenti, è possibile realizzare questa verifica attraverso il Portale dell’Automobilista, il sito ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per le informazioni e le pratiche automobilistiche. Una volta registrati al portale è possibile controllare sia il consumo medio e le emissioni ufficiali del veicolo, sia la classificazione Euro dell’auto dalla targa, per sapere la classe ambientale del proprio veicolo o di un’altra autovettura.
Tabella delle classi Euro da 0 a 6
Le classi ambientali, contraddistinte dalla sigla Euro, si riferiscono a delle specifiche direttive europee, che stabiliscono i criteri sulle emissioni inquinanti dei veicoli. Le prime categorie sono state introdotte a partire dal 1992 con l’integrazione dei catalizzatori, fino a giungere ai più efficienti motori a benzina e diesel appartenenti alle sottocategorie delle classi Euro 6. Ogni direttiva obbliga le case automobilistiche a ridurre la quantità di CO2 emessa dalle auto e rilasciata nell’atmosfera, adottando nuove tecnologie per il trattamento dei gas di scarico. Ecco tutte le caratteristiche dettagliate della tabella Euro auto di ogni classe ambientale delle autovetture, secondo quanto previsto dalle norme europee.
Classe ambientale Euro | Data di entrata in vigore |
---|---|
Euro 1 | Dal 1° gennaio 1993 |
Euro 2 | Dal 1° gennaio 1997 |
Euro 3 | Dal 1° gennaio 2001 |
Euro 4 | Dal 1° gennaio 2006 |
Euro 5 | Dal 1° gennaio 2011 (immatricolazione) |
Euro 6 | Dal 1° settembre 2015 |
Euro 0 a Euro 2: veicoli obsoleti e limitati
I modelli Euro 0, immatricolati prima del 31 dicembre 1992, non dispongono di sistemi di post-trattamento dei gas di scarico e utilizzano carburi metallici nei combustibili, risultando tra i più inquinanti per la mobilità urbana.
Oggi sono vietati in molte ZTL italiane e soggetti a restrizioni di circolazione sempre più stringenti. Alla sigla Euro 1 (direttiva 91/441/CEE) appartengono tutti quei veicoli che introdussero il catalizzatore per quelle a benzina e l’iniezione per le motorizzazioni diesel, riducendo sensibilmente gli ossidi di azoto. Euro 2, sancita dalla direttiva 94/12/CE, impose un’ulteriore diminuzione delle emissioni e pur mantenendo tecnologie di base simili e non integrando nuovi dispositivi, migliorò i controlli in fase di omologazione.
Questo poté garantire consumi leggermente più efficienti e emissioni ridotte rispetto ai predecessori. Le sigle che possono comparire sono:
· 91/441/CEE · 91/542/CEE punto 6.2.1.A · 93/59CEE · 91/542/CEE punto 6.2.1.B · 94/12/CEE · 96/1/CE · 96/44/CEE · 96/69CE · 98/77CE
Euro 3 e 4: in fase di dismissione
La sigla Euro 3 è entrata in vigore il 1° gennaio 2001 (direttiva 98/69/CE), introdusse l’EOBD (European On-Board Diagnostic), un sistema di diagnostica di bordo che monitora e segnala tramite apposite spie auto, l’efficacia dei dispositivi di filtraggio, segnalando eventuali malfunzionamenti. Questo ha permesso una manutenzione puntuale e un mantenimento delle emissioni ai livelli iniziali di omologazione. Un miglioramento che dove applica la sigla Euro 4, (in vigore dal 1° gennaio 2006, direttiva 98/69/CE B), ha ridotto ulteriormente i limiti di CO₂ e NOₓ, pur senza particolari rivoluzioni tecnologiche rispetto a Euro 3.
Entrambe le classi sono oggi soggette a progressive esclusioni dal transito urbano in molte realtà metropolitane, a favore di modelli più ecologici ed efficienti. Le sigle per identificare i veicoli di classe Euro 3 e 4 sono:
· 98/69/CE · 98/77/CE rif. 98/69/CE A · 1999/96/CE A · 1999/102/CE rif. 98/69/CE · 2001/1/CE rif. 98/69/CE · 2001/27/CE A · 2001/100/CE A · 2002/80/CE A · 2003/76/CE A · 98/69/CE B · 98/77/CE rif. 98/69/CE B · 1999/96/CE B · 1999/102/CE rif. 98/69/CE B · 2001/1/CE rif. 98/69 CE B · 2001/27/CE B · 2001/100/CE B · 2002/80/CE B · 2003/76/CE B · 2005/55/CE B1 · 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B
Euro 5 e 6: le classi più diffuse oggi
La classe Euro 5, avente validità per tutti i veicoli omologati dal 1° gennaio 2011, ha introdotto riduzioni significative del particolato e degli NOₓ grazie ad appositi filtri DPF e sistemi SCR più efficienti. Considerata ormai superata dalle esigenze attuali, la sua produzione si è infatti conclusa nel 2014, dal 1° settembre 2015 è subentrata l’immatricolazione alla sigla Euro 6, includendo le sue sottoclassi 6A, 6B e 6C, 6D e 6D-Temp. Questa ha ulteriormente diminuito i livelli delle emissioni grazie al trattamento dei gas di scarico, con sistemi come le valvole EGR e SCR o speciali additivi ed include le macchine che adottano il ciclo WLTP per misurazioni più realistiche. Tali veicoli godono di maggiori benefit di circolazione e incentivi, rimanendo compatibili con le normative più recenti e assicurando una notevole riduzione dell’impatto ambientale.
Le sigle presenti sul libretto di circolazione che si possono trovare sono:
· 2005/55/CE B2 · 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B2 · 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B2 oppure Riga C · 1999/96/CE fase III oppure Riga B2 o C · 2001/27/CE Rif. 1999/96 Riga B2 oppure Riga C · 2005/78/CE Rif 2005/55 CE Riga B2 oppure riga C · 2006/81 CE rif. 2005/55 CE riga B2 · 2006/81 CE rif. 2005/55 CE riga C (ecol. migliorato) · 715/2007*692/2008 ( Euro 5A ) · 715/2007*692/2008 ( Euro 5B ) · 2008/74/CE rif. 2005/55/CE riga B2 · 2008/74/CE rif. 2005/55/CE riga B2 (ecol. migliorato) · 2008/74/CE rif. 2005/55/CE riga B2 (con disp. Antipart)
Le sigle di riferimento Euro 6 sono:
· 715/2007*692/2008 (Euro 6A) · 715/2007*692/2008 (Euro 6B) · 136/2014 (Euro 6C) · 646/2016 (Euro 6D-TEMP) · 1154/2017 (Euro 6D)
Cosa cambia con la classe Euro
L’aggiornamento a una nuova classe Euro incide su circolazione, costi e sostenibilità. Legislatori e amministrazioni locali revisionano periodicamente i limiti di accesso alle aree urbane in base alle emissioni, determinando permessi e divieti. Dal punto di vista economico, le tecnologie richieste per rispettare soglie più severe implicano investimenti iniziali in filtri, catalizzatori e sistemi avanzati di post-trattamento. Tuttavia, questi sforzi si traducono in consumi ridotti e manutenzione più efficiente nel medio termine. In ottica ambientale, la progressiva introduzione di standard stringenti supporta l’obiettivo di decarbonizzazione previsto dal PNRR e dal Green Deal, orientando gli automobilisti verso veicoli a basso impatto.
Accesso alle ZTL e zone a basse emissioni
Le Zone a Traffico Limitato (ZTL) e le Low Emission Zones (LEZ) privilegiano i veicoli Euro più recenti, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria cittadina. Ogni comune stabilisce regolamenti specifici: molte aree escludono progressivamente auto fino a Euro 4, permettendo l’ingresso solo a modelli Euro 5, 6 o superiori. Tale distinzione è consultabile sulle pagine istituzionali dei rispettivi Comuni. Questo approccio incentiva l’aggiornamento del parco auto verso soluzioni elettrificate o ibride, riducendo congestione e polveri sottili, pur richiedendo una pianificazione di viaggi e spese in base alle normative locali.
Valore residuo e incentivi
Il livello della sigla Euro di un veicolo influisce anche sul prezzo di mercato al momento della vendita: più avanzata è la classe, maggiore è il valore residuo. È per questo che i veicoli Euro 6 mantengono quotazioni più alte: grazie alla compatibilità con regolamenti vigenti e alle prestazioni ecologiche. In Italia, gli incentivi statali e regionali spingono l’acquisto di modelli a basse emissioni, offrendo bonus fino a 5.000€ per chi rottama auto ante Euro 4. Le esenzioni dal bollo per due o tre anni favoriscono ulteriormente i proprietari di auto Euro 6 e superiori. Tali agevolazioni riducono l’onere finanziario e premiano la scelta di veicoli più puliti.
Emissioni e sostenibilità
Il passaggio a classi Euro più recenti comporta significative riduzioni di CO₂, NOₓ e particolato, soprattutto merito dell’adozione di tecnologie come SCR (Selective Catalytic Reduction) e DPF (Diesel Particulate Filter) che garantiscono emissioni conformi ai limiti WLTP in condizioni reali di guida. Inoltre, l’evoluzione verso powertrain ibridi, plug-in e completamente elettrici favorisce l’azzeramento delle emissioni allo scarico, supportando gli obiettivi UE per la neutralità climatica. Questo percorso tecnologico si integra con la rete di ricarica e i sistemi di gestione energetica dei veicoli, ottimizzando consumi e riducendo l’impatto ambientale lungo tutto il loro ciclo di vita.
Prospettive future: Euro 7 e mobilità sostenibile
Lo standard Euro 7, previsto per luglio 2025, rappresenta un ulteriore salto in avanti nel controllo delle emissioni inquinanti. I nuovi limiti copriranno anche particolato derivante da freni e pneumatici, oltre a regolamentare le emissioni sonore. Verranno inoltre introdotte misurazioni più stringenti e prescrizioni sulla durata minima delle batterie nei veicoli elettrici. Innovazioni che puntano a favorire una mobilità realmente sostenibile, spingendo i costruttori a sviluppare soluzioni integrate con l’obiettivo di allinearsi agli impegni europei di riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.
Nuove norme previste dal 2025
A partire da luglio 2025, Euro 7 imporrà tagli fino al 50% delle emissioni di NOₓ rispetto a Euro 6, con soglie particellari equiparate a quelle del particolato fine. Saranno regolamentate anche le emissioni di particolato da usura di freni e gomme, finora non normate, misurate tramite protocolli RDE (Real Driving Emissions). Le case dovranno garantire affidabilità dei sistemi antiparticolato e soluzioni di recupero energetico, nonché un riciclo efficiente delle batterie.
Noleggio a lungo termine come soluzione per rimanere aggiornati
Una facile soluzione per adeguarsi alle mutevoli norme anti-inquinamento è il noleggio a lungo termine, una formula che consente di cambiare l’auto ogni 3-4 anni e scegliere sempre un veicolo compatibile con le ultime normative europee e italiane. Inoltre, è possibile usufruire di servizi dedicati alla mobilità sostenibile, per guidare un’auto alimentata a batteria in modo più accessibile ed economicamente sostenibile.